Le biografie delle Star di Hollywood


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Fritz Lang da giovane
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"Il grande caldo"
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"I nibelunghi"

"Metroplis"
 
 
Biografia 
 
 
                                                           
Fritz Lang

Fritz Lang

5 Decembre 1890, Vienna, Austria-Hungary [ora Austria]
2 August 1976, Beverly Hills, Los Angeles, California, USA

Fritz Lang era un viennese nato nel 1890, che sin dalla sua giovane età dimostrò subito di non sapersi adattare con facilità a certe circostanze della vita spesso inaccettabili.
Studiò poco e male, a 18 anni non riuscì a prendere la maturità asburgica e si iscrisse ad architettura, ma non perché gli piacesse, voleva semplicemente accontentare i suoi genitori: la madre di orgine ebraica e borghese, convertita al cattolicesimo, e riprendere le orme del padre che era un costruttore di successo. Non finì neppure questi studi, ma preferì andare a Monaco e da lì iniziare a girare il mondo e a dedicarsi a ciò che più gli piaceva: la pittura.
Nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale e Lang tornò subito in Austria dove si arruolò nell’esercito, ottenendo numerose decorazioni, che sembrano dargli un senso ad una vita che ancora stentava a decollare. Ferito e portato in ospedale conobbe il regista cinematografico Joe May, al quale sottopose alcuni schetch e racconti che aveva scritto nel corso dei suoi viaggi. Il regista dopo averli letti li acquistò tutti e ingaggiò Lang come suo sceneggiatore.
Così ebbe inizio la carriera cinematografica uno dei più grandi maestri del cinema americano.
La sua prima sceneggiatura fu per il film “Die Hochzeit in Exzentric-Club” (1917), ormai andato perduto, ma si sa che Lang non fu affatto soddisfatto nel vederlo sullo schermo, tanto che prese una decisione drastica o mettersi dietro una macchina da presa o abbandonare il cinema. Scrisse altre sceneggiature per film oggi andati irrimediabilmente perduti, ma evidentemente chi dirigeva questi film non riusciva a rendere in immagini ciò che Lang aveva scritto e pensato. Così nel 1919 diresse di sua mano “Halbblut” (perduto anche questo), ma il giovane regista aveva notato che in Germania la situazione si stava facendo pesante e si giravano principalmente film di evasione, così comprese che anche il genere sensazionale e il romanzesco potevano attrarre il pubblico e allo stesso tempo lo facevano riflettere sulla vita.
Intanto conobbe il produttore Erich Pommer, che aveva una sua filosofia: creare “Qualitatsfilmen”: aveva visto che il cinema americano produceva film esportabili, che conquistavano facilmente ogni mercato del mondo, così anche lui voleva che si facessero i film in Germania, belli e commerciabili anche all’estero. Pommer vide in Lang un potenziale genio, un uomo in chiave aristocratica, sebbene non lo fosse, e l’incantesimo del produttore si compì nel momento in cui Lang convolò a nozze, per la seconda volta, con una scrittrice della piccola nobiltà prussiana, Thea von Harbou. Lang trovò così un’anima gemella della scrittura e con lei iniziò una lunga collaborazione cinematografica.
Nel 1920 a causa di altri impegni non dirige “Dott.Caligari”, la moglie di Lang inizialmente non partecipa alla stesura di alcuni film che tuttavia non produssero grande successo, ma il loro primo film insieme è “Destino” (Der mude Tod), 1921 un film in tre episodi ambientati a Bagdad, a Venezia nel XV secolo e in Cina mostrarono per la prima volta il gusto langiano per l’esotico e il kitsch, ma anche si vide per la prima volta il mescolare nella trama mistero e melodramma in una forte storia d’amore. L’uso ampio di effetti speciali piacque molto al pubblico: cavalli volanti, rotoli di pergamena che si muovevano da soli, un esercito in miniatura che usciva da una scatola ecc…, dopo numerosi anni lo stesso Lang diceva: “Douglas Fairbanks comprò il film, lo ritirò dalla circolazione e lo plagiò da cima a fondo.
E tutti gli effetti speciali furono ripetuti ne “Il ladro di Bagdad” del 1924”. A seguire fu realizzato “Il dottor Mabuse” (Dr.Mabuse der Spieler) 1922, che mostrò l’interesse per l’ambiente urbano e per il genere thriller e sarà il film che lo renderà famoso in campo internazionale. Nel 1924 diresse “I Nibelunghi” (Die Nibelungen), creato in due parti: “La morte di Sigfrido” (Siegfried) e “La vendetta di Crimilde” (Kriemhilds Rache). Un’opera gigantesca, di cui l’autore non ebbe mai molta simpatia forse a causa del personaggio Sigfrido che trovava poco eroico. In campo internazionale ebbe un forte successo: la creazione di foreste, ambientazioni così particolari e caratteristiche, che imposero Lang come il miglior regista tedesco del tempo. “Metropolis” (1926) era ambientato in una città futuristica e i lavoratori sfruttati erano sul punto di rivoltarsi contro i governanti. Anche quest’opera a distanza di anni fu criticata dal regista perché poco razionale e troppo legata alla magia e alla scienza, ma tuttavia oggi appare un film critico verso il futurismo e la meccanicizzazione dell’uomo e del lavoro e mostra un’altra grande opera di stile e ambientazione tedesca. Nel 1931 realizza il suo primo film parlato, “M, il mostro di Dusseldorf” (M), un capolavoro di maestria cinematografica definito da molti il manifesto dell’espressionismo tedesco, con Peter Lorre nei panni di un assassino accusato di aver ucciso delle bambine.
Gli anni passarono la fama di Lang crebbe tanto da arrivare alla mente del nuovo partito nazista che si stava creando in Germania. Ben presto nel 1933 fu contattato da Joseph Goebbles, ministro di Hitler, affinché dirigesse il cinema tedesco, quindi facesse film di propaganda. Si narra e lo stesso Lang raccontò più volte che, appena ascoltata la proposta del ministro, la sera stessa del colloqui s’imbarco verso Parigi. Forse più che la proposta di dirigere il cinema tedesco, Lang fuggì non tanto per un problema politico quanto per la sua condizione di essere figlio di un ebrea e poi perché in quell’anno si separò dalla moglie Thea von Harbou. Ciò è dimostrabile dal fatto che non furono trovati documenti nella cancelleria di Goebbles e nel suo diario che parlassero di questo colloquio e poi il fatto che Lang non fuggì definitivamente dalla Germania nazista, anzi attraverso il passaporto del regista vi sono stati trovati vari visti di entrata nel suo Paese natale. A queste supposizioni resta un fatto certo che il regista non era filo nazista, come la moglie, e appoggiava la sinistra teatrale berlinese e dopo una breve esperienza parigina decise con sicurezza nel 1934 di partire per Hollywood alla ricerca di una nuova condizione di vita.
Giunto nel 1934 nella mecca del cinema, Lang firmò subito un contratto con la Metro-Goldwyn-Mayer sotto il grande produttore David O.Selznick, fiducioso che questi gli avrebbe subito affidato carta bianca per la sua nuova esperienza. Ben presto il regista capì di essere finito nell’ingranaggio dello Studio System, dove vigeva una condizione di marketing e non si aveva la libertà creativa che si voleva. La sua fortuna fu quella di aver firmato sempre contratti brevi e di aver potuto scegliere almeno i suoi progetti. Passarono due lunghi anni, che fecero maturare alcune osservazioni nel pensiero langhiano: l’interesse per i problemi legati alla giustizia, la lotta verso le circostanze e il destino della vita, la critica sociale fecero sì che finalmente nel 1936 gli fu affidata la sua prima regia americana. “Furia” (Fury) con Spencer Tracy mostrò subito il talento di Lang nel saper dirigere un film assai complesso per il messaggio che voleva esprimere: rapporto tra la folla e il linciaggio di un innocente. La narrazione mostra al pubblico l’ingiusto arresto, il tentativo di linciaggio, il processo senza prove concrete di colpevolezza, così il regista chiama in causa la giustizia americana e punta il dito sui difetti del sistema, che accusa più per vendetta che per comprendere la verità. Uno dei film più coraggiosi che si siano mai fatti.
A seguire nel 1937 diresse “Sono innocente!” (You Only Live Once) questa volta con Henry Fonda, il tema giustizia è portato nuovamente sullo schermo, ma questa volta mostra come un uomo incarcerato per tre volte, ottenuta la libertà sulla parola, viene perseguitato fino alla morte perchè la società non gli perdona il suo passato.
I suoi film facevano dunque discutere gli americani, li appassionava con queste storie al limite della realtà, ma all’inizio degli anni Quaranta, dopo una breve escursione nel genere western con “Il vendicatore di Jess il bandito” (The Return of Frank James), 1940, realizzato con toni brillanti, trovandosi di fronte la guerra ed essendo un esule tedesco, Lang divenne il miglior realizzatore di film antinazisti ne “Duello mortale” (Man Hunt), 1941, raccontò il tentativo di uccidere Hitler, “Anche i boia muoiono” (Hangman Also Die!), 1943, si parlò del popolo ceco e della resistenza all’invasione nazista e “Maschere e pugnali” (Cloak and Dagger), del 1946, il protagonista incita alla resistenza antifascista e già si parla di bombe atomiche.
Questi film rappresentano il suo vero mondo nel quale cosciente di una realtà, il nazismo, che si manifesta agli occhi di tutti, decise di affrontare questo tema in chiave psicologica, quasi thriller per comprendere come un uomo folle possa mettere a repentagli l’esistenza stessa della specie umana. Sempre negli anni Quaranta il regista si dedicò al genere giallo/thriller, creando alcuni dei migliori film noir della storia del cinema americano. “La donna del ritratto” (The woman in the Wind), 1944 ne è un esempio, come anche “Il prigioniero del terrore” (The Ministry of Fear), 1944, ambientato durante la seconda guerra mondiale, “Strada scarlatta” (Scarlet Street), 1945, “Dietro la porta chiusa” (Secret Beyond the Door), 1948, sono capolavori indiscussi di un genere difficile da portare sullo schermo, ma che Lang con grande passione e cura della scena e dei personaggi mostra di saper dar luogo ad opere realizzate al meglio.
Il regista esaminò la popolazione all’uscita della seconda guerra mondiale, volle capire se c’erano mutamenti nella società, finì subito nella “lista nera” del maccartismo, accusato di essere un comunista, Lang si abbandonò al pessimismo e capì che ben poco era cambiato da quando aveva realizzato “Furia” pareva quasi che egli stesso vivesse la tragica esperienza del protagonista del suo primo film americano. Questo lo portò sempre più ad avere una visione cupa, dove la violenza e la vendetta sembravano i temi costanti di un’America che si industrializzava e viaggiava verso un nuovo e lungo progresso. Così film come “Bassa marea” (house by the River), 1950, “La confessione della signora Doyle” (Clash by Night), 1952, “Gardenia blu” (The Blue Gardenia), 1953 e sempre dello stesso anno “Il grande caldo” (The Big Heat) sono i temi chiave della nuova filosofia del regista: la violenza che si fa feroce, la giustizia che non giudica in maniera equa i colpevoli e la società che rimane a guardare senza poter fare nulla, mostrarono al pubblico degli anni Cinquanta che Lang aveva capito molto bene quali fossero i rischi che si correva in quel periodo se non vi fossero stati dei rimedi drastici.
Ancora alcuni film di questo tipo furono realizzati nella seconda metà degli anni Cinquanta: “La bestia umana” (Human Destre), 1954, “Mentre la città dorme” (While the City Sleeps) e “L’alibi era perfetto” (Beyond a Resonable Doubt) entrambi del 1956, mostrarono l’ambiguità della giustizia morale, ma tra questi il regista fece nel 1950 un film di guerra che ebbe poco successo “I guerriglieri delle filippine” (American Guerrilla in the Philippines), una nuova escursione nel western con “Rancho Notorius”, 1952 e un film in costume “Il covo dei contrabbandieri” (Moon Fleet), 1955. Gli anni Sessanta decretarono la fine della carriera del regista che vide in Hollywood, un mondo che declinava, voleva solo film di cassetta fatti rapidamente e a basso costo e questo non andava bene a un regista che aveva una cura maniacale dei suoi prodotti. Girò un paio di film in India “La tigre di Eschnapur” (Der Tiger von Eschnapur” e “Il sepolcro indiano” (Das indiche Grabmal) del 1959 ebbe successo all’estero, dimostrò a Hollywood che era in grado di saper dirigere e così gli fu affidato il compito di portare sullo schermo nuovamente il Dottor Mabuse ne “Il diabolico Dottor Mabuse” (Die tausend Augen des Dr.Mabuse), 1961. Fu questo il suo ultimo film da regista, e per quanto abbia potuto lavorare a molti progetti, ebbe dei gravi problemi di vista e lui stesso affermò:”Come posso lavorare se non riesco a vedere? Io devo vedere ogni cosa, controllare ogni dettaglio!” e per tutto il resto della sua vita non lavorò più, rimase sempre lucido e morì nella sua casa di Hollywood nel 1976.
 

G.R.




 
Filmografia 
 
 
                                                           
Anno Titolo italiano Titolo originale
1916 Die Peitsche solo sceneggiatura
1917 Die Hochzeit im Excentricclub solo sceneggiatura
1917 Hilde Warren und der Tod solo sceneggiatura
1919 Wolkenblau und Flimmerstern solo sceneggiatura
1919 Totentanz solo sceneggiatura
1919 Die Rache ist mein solo sceneggiatura
1919 Die Pest in Florenz solo sceneggiatura
1919 Lilith und Ly solo sceneggiatura
1919 Die Frau mit den Orchideen solo sceneggiatura
1919 Harakiri
1919 Die Spinnen, 1. Teil - Der Goldene See anche sceneggiatura
1919 Der Herr der Liebe
1919 Halbblut anche sceneggiatura
1920 Die Spinnen, 2. Teil - Das Brillantenschiff anche sceneggiatura
1920 Die Herrin der Welt 8. Teil - Die Rache der Maud Fergusson solo sceneggiatura
1920 Das Wandernde Bild anche sceneggiatura
1921 Das Indische Grabmal: Die Sendung des Yoghi solo sceneggiatura
1921 Das Indische Grabmal: Der Tiger von Eschnapur solo sceneggiatura
1921 Vier um die Frau anche sceneggiatura
1921 Destino Der Müde Tod anche sceneggiatura
1922 Il Dottor Mabuse Dr. Mabuse, der Spieler - Ein Bild der Zeit anche sceneggiatura
1924 I Nibelunghi Nibelungen: Siegfried anche sceneggiatura
1924 I Nibelunghi Nibelungen: Kriemhilds Rache anche sceneggiatura
1927 Metropolis Metropolis anche sceneggiatura
1928 L'inafferabile Spione anche sceneggiatura
1929 Una donna nella luna Frau im Mond anche sceneggiatura
1931 M, il mostro di Dusseldorf M anche sceneggiatura
1933 Il testamento del Dottor Mabuse Das Testament des Dr. Mabuse anche sceneggiatura
1934 Liliom Liliom anche sceneggiatura
1936 Furia Fury anche sceneggiatura
1937 Sono innocente You Only Live Once
1938 You and Me
1940 Il vendicatore di Jess il bandito The Return of Frank James
1941 Fred il ribelle Western Union
1942 Ondata d'amore Moontide
1943 Anche i boia muoiono Hangmen Also Die! anche sceneggiatura
1944 Il prigioniero del terrore Ministry of Fear
1944 La donna del ritratto The Woman in the Window
1945 La strada scarlatta Scarlet Street
1946 Maschere e pugnali Cloak Dagger
1948 Dietro la porta chiusa Secret Beyond the Door
1950 Bassa marea House by the River
1950 I guerriglieri delle Filippine American Guerrilla in the Philippines
1952 Rancho Notorious Rancho Notorious
1952 La Confessione della signora Doyle Clash by Night
1953 Gardenia blu The Blue Gardenia
1953 Il grande caldo The Big Heat
1954 La bestia umana Human Desire
1955 Il covo dei contrabbandieri Moonfleet
1956 Quando la città dorme While the City Sleeps
1956 L'alibi era perfetto Beyond a Reasonable Doubt
1959 Journey to the Lost City anche sceneggiatura
1959 La tigre di Eschnapur Der Tiger von Eschnapur anche sceneggiatura
1959 Il sepolcro indiano Das Indische Grabmal anche sceneggiatura
1960 Il diabolico Dr. Mabuse Die 1000 Augen des Dr. Mabuse anche sceneggiatura

G.R.


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