Le biografie delle Star di Hollywood


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Anthony Mann sul set
Mann con Barbara Stanwyck
"Schiavo della furia"
"Schiavo della furia"
"T-Men contro i fuorilegge"
"T-Men contro i fuorilegge"
"T-Men contro i fuorilegge" poster
James Stewart in "Winchestern"
"Schiavo della furia" poster
"Lo sperone nudo"
"Terra lontana"
"Winchestern" poster
"L'uomo di Laramie"
"La baia del tuono"
"El Cid"
"El Cid"
"El Cid"
"El Cid" poster
"La caduta dell'impero romano"

La caduta dell'impero romano

L'uomo di Laramie
 
 
Biografia 
 
 
                                                           
Anthony Mann

Anthony Mann

30 Giugno 1906, San Diego, California, USA
29 Aprile 1967, Berlino, Germania

Di Mann si sa poco o niente in Europa, ma se si analizza la sua carriera e la sua vita dal punto di vista americano, questo regista risulta essere uno dei migliori, se non uno dei più grandi.
Nato il 30 giugno 1906 a San Diego in California, col nome di Emil Anton Bundesmann (in seguito Anton Mann), ben presto la sua famiglia si trasferisce a New York e qui frequenta le scuole pubbliche. Già a 10 anni si appassiona al teatro e allestisce alcuni spettacoli presso la sua scuola. Subito dopo la morte del padre nel 1923, dovette abbandonare gli studi, così decise di lavorare per il teatro come tuttofare, si formò nell'ambiente dello spettacolo, iniziando a frequentare Broadway e a farsi le ossa. Qui il teatro gli insegna l'importanza dello sviluppo narrativo, l'atmosfera, i conflitti fra gli esseri umani, a calcolare gli spazi, ma non solo anche a gestire gli attori. Lavorò per registi del calibro di Rouben Mamoulian, David Belasko e Chester Erskine. Non si lasciò scappare nulla, li guardava come gestivano gli attori, come modificavano la trama se questa aveva degli intoppi e soprattutto come gestivano lo spazio scenico. Nello sviluppare questo lavoro, conosce un giovanissimo James Steward, ma anche viene notato dal grande produttore David O.Selznick, che come dirà lo stesso Mann "A forza di mettere in scena testi teatrali, venni notato da David Selznick e fu così che debuttai nell'industria cinematografica". Così dopo 14 anni di teatro fu impiegato inizialmente come talent-scout (direzione dei provini), partecipando alla pre-produzione di parecchi film. Tra i quali vanno menzionati: "Quattro in Paradiso" (The Young in Heart) di Richard Wallace, "Le avventure di Ton Sawyer" (Adventures of Tom Sawyer) di Norman Taurog, "Via col vento" (Gone with the Wind) di Victor Fleming, "Intermezzo" (Intermezzo, A Love Story) e per Alfred Hitchcock "Rebecca, la prima moglie" (Rebecca). Questa felice esperienza gli permise di capire la moviola quando montava i provini e faceva uso ed esperienza anche del supporto tecnico di produzione.
Nel 1939 è chiamato come assistente alla regia dalla Paramount per aiutare il giovane regista di talento Preston Sturges che doveva dirigere "I dimenticati" (The Sullivan's Travels) del 1941. Un'altra esperienza unica, fu quando Sturges gli permise persino di dirigere alcune scene e di poter assistere al montaggio del film, cosa che a Mann rimase impressa e che sarà poi di fondamentale importanza per la sua carriera.
Nel 1942 ha la grande opportunità di dirigere il suo primo film "Dr.Broadway", grazie anche all'aiuto del suo amico di teatro McDonald Carey che lo segnalò al produttore Sol Siegel, il quale gli affidò l'incarico. Questo film, che per caso fu ambientato proprio a Brodway, non ebbe successo, ma fu per Anthony Mann un trampolino di lancio per comprendere le difficoltà di un regista alle prese con i tempi di lavorazione, la gestione degli attori e la trama, che fu scritta da Borden Chase, sceneggiatura dei suoi futuri film western.

In breve tempo dal teatro passò al cinema, la Republic e la RKO gli diedero la possibilità di potersi esprimere liberamente e Mann ne approfittò dirigendo dei "quickies", film corti della durata di poco superiore ad un ora, per lo più commediole o musicals banali, semplici, ma utili anch'essi a comprendere l'universo cinematografico.
Le sue prime esperienze sui set furono devastanti, non aveva il tempo (circa 10-12 giorni) che era concesso agli altri registi per girare un film in circa 2 mesi, nessun aiuto sul piano delle scenografico, fotografico e artistico, solo una grande corsa per portare a termine l'opera ordinata dai produttori. Così Mann approfondisce i ritmi del cinema e solo nel 1947 dirigendo "Morirai a mezzanotte (Disperate) iniziò la sua vera carriera di regista. Gli anni Quaranta lo portarono dal musical a un genere che era in voga in quel momento il thriller o noir e Mann ne divenne un vero maestro nel saper raccontare questo tipo di storie.
In "Morirai a Mezzanotte" riuscì a creare un'atmosfera nera con dei virtuosismi nelle immagini che raramente si erano visti al cinema. Famosa è la sequenza della lotta tra i protagonisti in cui la lampadina che illumina la scena ondeggia mostrando il buio e la luce ad intervalli, con i primi piani degli attori sudati e dagli sguardi sinistri.
Il successivo film fu sempre nel 1947 "T-Man contro i fuorilegge" (T-Men) un altro capolavoro noir, girato in maniera documentaristica, nel quale due agenti del Ministero del Tesoro devono smantellare una fitta rete di falsari. Anche qui con l'utilizzo della fotografia in bianco e nero realizzata dal maestro John Alton riuscì a infondere atmosfere urbane cupe e pregne di una violenza che mai si erano viste prima. Luce ed ombra sembrano divenire il suo modello di realizzazione, aiutandosi molto con il montaggio a volte vorticoso e le inquadrature fatte di primissimi piani, il tutto per far crescere l'azione, il pericolo, la violenza e la tensione.
Se si pensa che in quel periodo la censura del Codice Hays era molto forte, Il regista riuscì, attraverso un attento modo di scrivere la sceneggiatura e quindi la storia, di illudere la censura e portare sullo schermo una visione molto forte della vita quotidiana e del mondo che si sconvolge di fronte al crimine.
Mann inizia proprio con T-Men contro i fuorilegge la sua visione degli eroi, uomini solitari, che lottano per incarnare il bene, e alla fine rischiano di incarnare ciò che odiano come le due scene del film in cui uno degli agenti pur di non rivelare la sua identità nega di conoscere la donna che è nella realtà sua moglie o di assistere impotente all'uccisione del suo collega.
Uno dei suoi ultimi noir è "Schiavo della furia" (Raw Deal), un film basato sul tema della vendetta, girato in tono barocco e lugubre, che gli permetterà di affrontare un nuovo genere, il western, di cui Mann ne diventerà uno specialista, trovando nell'attore James Stewart il personaggio manniano per eccellenza.
Nel 1949 Mann passa dalla Eagle-Lion alla Metro-Goldwyn-Mayer per volere del produttore Dore Schary, che aveva un gran fiuto per i piccoli film di serie B, e assunse oltre il regista, anche il direttore della fotografia John Alton e lo sceneggiatore John C.Higgins. Questa mossa, che univa i tre per l'ultima volta, servì per dare la possibilità allo stesso Mann di fare ciò che faceva nella Eagle Lion e così diresse "Mercanti di uomini" (Border Incident), un remake di "T-Men", una storia cupa che lo allontanava per la prima volta dal noir e lo avvicinava al western. Il film che parlava di immigrazione clandestina dei messicani è racchiuso in una chiave drammatica, dove la descrizione dell'ambiente aperto e dello spazio del west era molto simile in chiave descrittiva ai paesaggi urbani dei precedenti noir.
"La via della morte" (Side Street) è ancora un noir nel 1949 ma per la Metro, stile documentario, con Farley Granger nei panni di un reduce americano con una moglie (Cathy O'Donnel) incinta, fa il postino precario e per sbarcare il lunario decide di rapinare un facoltoso avvocato. Il tutto è realizzato negli ambienti urbani dove la città diventa una giungla d'asfalto e le riprese fatte per strada ne aumentano il valore e il significato dell'opera.
E' il 1950 l'anno in cui il regista passa dal noir al western, un genere che negli anni Quaranta aveva perso valore, solo ora grazie ad Anthony Mann ridecolla con storie raccontate in maniera violenta, drammatica, rappresentando tutto in una visione di immagini ampie dove il vecchio West ha una natura selvaggia e gli uomini che vi abitano debbono per forza adattarsi e combattere in questo mondo crudele.
In quest'anno dirige il suo primo vero western: "Il Passo del diavolo" (Devil's Doorway) dedicandolo agli indiani dimostrando attraverso la storia che leggi americane sono state fatte per reprimere e sfruttare le popolazioni indiane e favorire il commercio dei bianchi. Sempre nel 1950 diresse " Le furie" (The Furies) una storia, come quella del precedente film, che innova il genere, qui Barbara Stanwyck deve dimostrare di essere una degna figlia del padre, un duro ranchero, facendo nascere il complesso d'Edipo, ma già dal titolo si capisce che Mann ha intenzione di rendere il western una tragedia greca, nella quale i conflitti familiari arrivano a sfociare in temi quasi shakespeariani (tanto da avere l'idea mai realizzata di dirigere "Re Lear" con protagonista John Wayne).
A seguire girò per la Universal "Winchester '73" primo film con James Stewart come protagonista, bellissimo affresco western, condotto con grande epica e con una storia affascinante incentrata tutta sul mitico fucile Winchestern al quale ruotano personaggi come soldati, indiani, fratelli nemici, trafficanti, sceriffi e coloni. Fu un grande successo commerciale e da qui iniziò il sodalizio tra lui e James Stewart.

Nasce nel regista l'idea di "eroe manniano" (Stewart ne sarà la personificazione), una figura solitaria, determinata grazie al carattere spesso violento, ma con un anima di riposo e di pace. Così nel 1952, dopo aver diretto alcune scene del kolossal "Quo Vadis" (tra cui l'incendio di Roma), mise in scena "Là dove scende il fiume" (Bend of the River), con James Stewart, nella parte di un uomo che si redime e da avventuriero diventa la guida di una carovana di pionieri. Grande prova visiva, primo film in Technicolor, nel quale mostrò un territorio inaccessibile selvaggio e pieno di insidie. Ormai era conteso dai produttori, che avrebbero voluto a tutti i costi, ma la Mgm gli offrì la possibilità di girare "Lo sperone nudo" (Naked Spure), sempre con Stewart come protagonista nella parte di Howard Kemp, divenuto cacciatore di taglie per nascondere e fuggire da un passato troppo vigliacco e a tratti anche umano. Anche qui la Natura contrasta con il carattere del protagonista, i pericoli si susseguono e gli avversari sono numerosi.
Di fronte al clamoroso successo Mann non può più decidere ed è costretto a fare film su commissione per la Universal e la Paramount; nel 1953 diresse "La baia del tuono" (Thunder Bay) per il produttore Aaron Rosemberg, un film d'avventura basato sull'estrazione del petrolio dal mare, sempre con Stewart come protagonista, originale nella storia ma minore se paragonato ai precedenti film western. A seguire si dedicò alla biografia del celebre musicista Glenn Miller in "La storia di Glenn Miller" (The story of Glenn Miller), 1953, sempre per la Universal con il medesimo attore. Nel 1954 torna al western e dirige "Terra lontana" (The Far Country), un film notevole come storia (la corsa all'oro) e come direzione degli attori, ma l'anno successivo fu costretto a dirigere per volere delle autorità militari "Aquile nell'infinito" (Strategic Air Command), opera banale che ebbe poco successo. Nel 1955 tornò al western di prima regola con "L'uomo di Laramie" (The Man from Laramie), una storia basata sul complesso di Edipo all'interno di una famiglia, con il quale segnò l'ultima collaborazione in cinque anni tra Mann e James Stewart, una coppia formidabile che seppe mettere in scena opere ormai immortali.
Seguirono altre opere di minor pregio "L'ultima Frontiera" (The Last Frontier), nel 1956 Mann tornò al musical con Mario Lanza come protagonista in "Serenata" (Serenade) anche qui l'autore mise in scena qualcosa che si avvicinava ai personaggi di Sheakespere, ma non ebbe la stessa fortuna dei western. Nel 1957 diresse un film di guerra "Uomini in guerra" (Men in War) con Robert Rayn, lo stesso Mann ne era orgoglioso lo girò in 24 giorni e per la prima volta nella storia del cinema americano non ebbe l'assistenza dell'esercito perché lo ritenne un possibile fiasco.
Nel 1958 torna al suo genere per l'ultimo western della carriera "Dove la terra scotta" (Man of the West) con Gary Cooper, per alcuni un testamento del genere, la chiusura della carriera del regista che si congedò dal western con un personaggio interpretato in maniera ieratica, stanca, il volto segnato dalle rughe. Un film la cui storia era simile agli altri girati con Stewart, ma qui Cooper era violento e aveva desiderio di uccidere benché faceva tanto per tenersi lontano da questo modo di essere. Arrivati agli anni Sessanta Anthony Mann era un regista affermato, che dal West aveva appreso tutto ed ora era pronto per passare all'epica girando "Spartacus", 1960, con Kirk Douglas, un kolossal per la Universal. La lavorazione andò male sin dall'inizio e questo ne determinò l'allontanamento dal set e la rinuncia a giralo, benché le prime sequenze erano le sue. Mann ne rimase amareggiato, il soggetto gli piaceva e il personaggio Spartaco aveva l'idea di quel tipo di eroe manniano che lotta per arrivare alla vittoria. Così decise di girare "Cimarron" non un remake del 1930, ma una nuova versione della storia degli Stati Uniti con protagonista Glenn Ford. Anche qui ha problemi con la produzione e con i produttori della Mgm che erano troppo attenti ai costi che lievitavano cosicché Mann si dovette arrendere e girare un film molto contenuto sul piano della storia e con un Glenn Ford abbastanza pacato nello stile recitativo.
Altri due film epici attendono il regista, "El Cid" 1961, opera accuratamente preparata con lunghi soggiorni in Europa, grande dispiegamento di mezzi e soprattutto un valido attore come Charlton Heston ad interpretare El Cid in maniera vigorosa ed energica., grazie anche ad una ottima sceneggiatura. Mann conduce la macchina da presa in maniera memorabile filma ampi spazi ed è l'unico forse negli anni Sessanta a saper dominare e filmare il panorama.
A seguire "La caduta dell'impero romano" (The Fall of the Roman Empeire), uscito solo nel 1964, dedicato alla storia della fine di Roma e del suo impero. Un film giudicato da tutti poco riuscito, fiasco ai botteghini e bancarotta del produttore Samuel Bronston, con un grande cast internazionale, girato interamente fuori dagli Stati Uniti, forse per non avere troppe pressioni da parte dei produttori, sebbene lo stesso Bronston gli abbia fornito ogni mezzo per creare un'opera di valore, ma che lui stesso si intromise spesso per modificare certe scene. Mann voleva solo dimostrare come un magnifico e gigantesco impero crollava sotto la violenza barbara, ma evidentemente in pochi avevano capito questo significato.
Così chiudeva la carriera di regista con l'ultimo film dedicato al periodo nazista "Gli eroi di Telemark" (The Heroes of Telemark), 1965, con un forte richiama al genere da lui tanto amato, il western, con silenzio rappresentato dal gelido inverno nevoso, svolge una storia avventurosa con protagonisti Kirk Douglas e Laurence Harvey. Un film pessimistico, con alcuni momenti da thriller, è un congedo, Mann si spegnerà sul set, che rappresenta la fine di un'epoca nella quale non sarà mai più possibile realizzare opere come queste.
La critica lo snobbò per anni e forse tuttora, ma non il pubblico che caloroso acclamava le sue opere, i francesi furono gli unici in Europa ad accorgersi del suo talento e ne "I Cahiers du Cinèma" lo elogiarono (fu posto fra i migliori quattro del dopo guerra con Nicholas Ray, Richard Brooks e Robert Aldrich) per poi dimenticarsene definitivamente subito dopo la sua prematura morte.
Rimane nella memoria quel progetto mai realizzato, di voler portare sullo grande schermo il "Re Lear" con John Wayne come protagonista, ultima idea manniana di un uomo che raggiunse il potere e costruì un impero gigantesco, per poi vederlo sgretolarsi sotto i suoi occhi.
 

G.R.




 
Filmografia 
 
 
                                                           
Anno Titolo italiano Titolo originale
1939 The Streets of New York
1942 Dottor Broadway Dr. Broadway
1942 Chiaro di luna all'Avana  Moonlight in Havana
1943 Prediletta di nessuno Nobody's Darling 
1944 La Mia migliore ragazza  My Best Gal
1944 Estranei nella notte Strangers in the Night
1945 La fine della signora Wallace The Great Flamarion
1945 Il coraggio delle due Two O'Clock Courage
1945 Canta quando torni a casa Sing Your Way Home
1946 Strana personificazione Strange Impersonation
1946 La bionda di bambù The Bamboo Blonde
1947 Morirai a mezzanotte Desperate
1947 Trasportato per ferrovia Railroaded!
1947 T-men contro i fuorilegge T-Men
1948 Schiavo della furia Raw Deal
1948 Egli camminava nella notte He Walked by Night
1949 Seguimi in silenzio Follow Me Quietly
1949 Il regno del terrore Reign of Terror
1949 Mercanti di uomini Border Incident
1950 La via della morte Side Street
1950 Winchester '73 Winchester '73
1950 Le furie The Furies
1950 Il passo del diavolo Devil's Doorway
1951 Il grande bersaglio The Tall Target
1951 Quo Vadis Quo Vadis (non accred.)
1952 Là dove scende il fiume Bend of the River
1953 Lo sperone nudo The Naked Spur
1953 La baia del tuono Thunder Bay
1953 La storia di Glenn Miller The Glenn Miller Story
1954 Terra lontana The Far Country
1955 Aquile nell'infinito Strategic Air Command
1955 L'uomo di Laramie The Man from Laramie
1955 L'ultima frontiera The Last Frontier
1956 Serenata Serenade
1957 Uomini in guerra Men in War
1957 Il segno della legge The Tin Star
1958 Il piccolo campo God's Little Acre
1958 Dove la terra scotta Man of the West

Premi:


Golden Globe Nomination per miglior regia:
1962 El Cid (1961)



G.R.


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