Se alla sua nascita nel fine Ottocento nel piccolo e quasi sconosciuto paesino calabrese di Riace gli avessero detto che sarebbe diventato uno dei più famosi direttori della fotografia di Hollywood, nessuno gli avrebbe mai creduto o scommesso su una cosa all’epoca impossibile da credersi.
Nicholas Musuraca ben presto si trasferì dall’Italia negli Stati Uniti con la sua famiglia povera e contadina alla ricerca di fortuna. A Los Angeles iniziò a lavorare come autista di J.Stuart Blackton, produttore di film muti. Poi, appassionandosi sempre più al cinema che all'epoca del muto aveva qualcosa di magico, lavorò dietro le quinte di numerosi film come attrezzista, aiuto direttore della fotografia e proprio da questa esperienza capì le tecniche che potevano servire a farlo diventare un direttore della fotografia, un ruolo che a Hollywood era molto richiesto. Fu chiamato negli anni Trenta a dirigere la fotografia per diversi film, opere minori, di bassissimo costo, ma Nicholas qui comprese come filmare e lasciare il segno sulla pellicola. All'inizio degli anni Quaranta avviene la svolta il produttore di film horror Val Lewton lo chiama per girare alcuni suoi film considerati all'epoca di serie B, oggi finalmente rivalutati come "Il bacio della pantera" (Cat People) del 1942, "La settima vittima" (The Seventh Victim) del 1943 e "Il giardino delle streghe" (The Curse of the Cat People) che fanno di Musuraca un esempio di novità per come illumina la scena e per l'uso che ne fa del color nero. Saranno a venire i noir come "Lo sconosciuto del terzo piano" del 1940 a metterlo su quel piedistallo che ne decreterà uno dei membri fondatori dello stile noir visivo. Proprio "Lo sconosciuto del terzo piano" (Stranger on the Third Floor) trova nel protagonista Peter Lorre la paranoia espressa in effetti di luce chiaroscuro con una sequenza da incubo espressionista da memoria del cinema. Musura dichiarò sempre di voler semplificare le sue scelte di illuminazione della scena, in pratica usava solo una minima parte di luci per un set. Quando fu chiamato dal regista Jacques Tourneur per "Il bacio della pantera", il direttore della fotografia affinò il suo stile fotografico comprendendo come le poche luci avevano un effetto particolare, ma le ombre erano quel tocco in più per far spaventare meglio il pubblico. In "Il passo del carnefice" (The Fallen Sparrow), altro grande film noir, Nicholas adotta il senso di claustrofobia proprio grazie alle ombre che circondano John Garfield fino a racchiuderlo negli spazi dei movimenti. Anche quando il regista Robert Siodmak gli fece fare "La scala a chiocciola" (The Spiral Staircase), un thriller gotico, mostrando immagini mozzafiato, primi piani sagomati e una serie di drammatici low-key.
Anche il registra John Brahms lo ingaggio per due noir "Il segreto del medaglione" (The Locket) e "Le catene della colpa" (Out of the Past), film che ebbero, specie il secondo, non solo un grande successo commerciale, ma aprirono la strada a numerosi cameraman, che imitarono lo stile di Musurarca nei loro film. Fu nominato all'Oscar per il film "Mamma ti ricordo" film che esce completamente dagli schemi noir e horror per raccontare un dramma familiare raccontato dal regista George Stevens e fotografato da Musuraca in maniera molto commovente e delicata.
Con Gregg Toland in "Quarto potere" e il suo "Lo sconosciuto del terzo piano" entrambi del 1940 hanno definito le convenzioni visive dei film noir e reso grande la casa di produzione RKO. Musuraca, debitore dello stile impressionista tedesco, inizia e finisce le sue opere con le ombre, il tono dominante dei suoi lavori è il color nero, riuscendo là dove nessun altro prima ad ora vi era riuscito, anche esportando questo suo stile ad altri generi come il western "Sangue sulla luna".
Neri profondi, grigi lisci e bianchi vivi coesistono nella sua fotografia, il posizionamento delle fonti d'illuminazione non più dall'alto, ma dal basso come lampade da tavolo, caminetti o fuochi, fasci di luce all'interno di una cornice scura, illuminazione dei contorni (figure e volti in primo piano sono illuminati lateralmente o posteriormente enfatizzando il contorno) e sempre esperimenti per creare suggestive astrazioni (come ombre sulle pareti e sui soffitti) sono la chiave per capire chi era Nicholas Musuraca.
Sebbene oggi sia considerato un grande cineasta dell'epoca d'oro di Hollywood, all'epoca non venne compreso come tale, la sua carriera fu un andi-rivieni tra film di serie A e B, ma il prestigio con cui si metteva a disposizione permise a registi e produttori di poter ottenere dal suo stile affascinanti film in bianco e nero, particolarissimi giochi d'immagini che lo resero un maestro troppo trascurato, ma che oggi invece viene ricordato come un esempio da seguire per il suo modo più marcato di usare l'oscurità e la luce con maestria senza pari.
G.R.
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