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L'INFERNALE QUINLAN

(Touch of Evil)




Regia: Orson Welles, Henry Keller
Cast: Charlton Heston ... Ramon Miguel 'Mike' Vargas
Janet Leigh ... Susan 'Susie' Vargas
Orson Welles ... Police Captain Hank Quinlan
Joseph Calleia ... Police Sergeant Pete Menzies
Akim Tamiroff ... 'Uncle' Joe Grandi
Joanna Moore ... Marcia Linnekar
Ray Collins ... District Attorney Adair
Dennis Weaver ... Mirador Motel Night Manager
Valentin de Vargas ... Pancho - Grandi Hood
Mort Mills ... Al Schwartz - District Attorney's Assistant
Victor Millan ... Manelo Sanchez
Lalo Rios ... Risto - Grandi's Nephew
Michael Sargent ... Pretty Boy
Phil Harvey ... Blaine
Joi Lansing ... Zita
Harry Shannon ... Chief Gould
Marlene Dietrich ... Tanya
Zsa Zsa Gabor ... Strip-Club Owner
Sceneggiatura: Orson Welles, (non Paul Monash) dal romanzo di Whit Masterson
Fotografia: Russell Metty
Montaggio: Virgil W. Vogel, Aaron Stell, Edward Curtiss, Ernest Nims, (direttore tagli: Walter Murch)
Scenografia: Alexander Golitzen, Robert Clatworthy
Costumi: Bill Thomas
Trucco: Bud Westmore
Musiche: Henry Mancini dirette: Joseph Gershenson
Produttore: Albert S. Zugsmith per la Universal Internazional
Anno: 1958 Nazionalità: USA b/n 93 (107) min.




Mentre si trovano in viaggio di nozze vicino alla frontiera con gli Usa, un poliziotto messicano, Ramon Miguel Vargas (Heston) e sua moglie Susan (Leigh) assistono ad un attentato contro il più potente uomo della zona. Vargas decide di indagare sul caso, ma deve vedersela col capitano Hank Quinlan (Welles) di tutt’altra scuola: tanto il primo è razionale e alla ricerca della prova logica, quanto il secondo si fa guidare dall’istinto e non esita a fabbricare prove come supporto alle sue intuizioni.

Da un banale intreccio poliziesco, tratto dal romanzo “Contro tutti” di With Masterson e già sceneggiato da Paul Monash per una produzione di serie B, un’opera monumentale e ricca di fascino nonostante le manomissioni finali, che segna il ritorno di Welles a Hollywood dopo la parentesi europea. Chiamato alla Universal per assicurarsi la partecipazione di Charltor Heston, Welles rielabora subito la sceneggiatura senza leggere il romanzo, mette a punto un conflitto drammaturgico ambiguo e geniale, e si cuce su misura un personaggio titanico, malato, riprovevole eppure dotato di un fiuto infallibile. A Welles interessa non la forza del male, quanto l’innocenza del peccato e così all’ambiguità morale fa riscontro un’analoga ambiguità estetica, giocata su una violenta deformazione dello spazio (grandangolo con lente focale corta, profondità di campo esasperata) e su una velocità “doppia” (del montaggio, vorticosi piani sequenza, tra cui il più celebre è quello che apre il film, e dei personaggi all’interno delle singole inquadrature). Noir sadico dalle ascendenze kafkiane, capolavoro del cinema wellesiano, L’infernale Quinlan circola normalmente in una versione che contiene un quarto d’ora d’immaggi spurie (sono scene tra Heston e Leigh, girate da Harry Keller) ed è priva di parecchie sequenze girate da Welles, riguardanti il confronto tra Vargas/Quinlan, i movimenti tra Joe Grandi (Tamiroff) e il ruolo di Schwartz (Mills): ovvero la dimensione morale. Esiste una versione di 107 minuti, scoperta negli archivi della Universal nel 1976, che concorda quasi completamente con i tagli denunciati dal regista. All’amica Marlene Dietrich, venuta a trovarlo sul set e per la quale Welles inventò il personaggio di Tanya, è affidata la battuta conclusiva del film: ”Era uno sporco poliziotto, ma a suo modo era anche un grande uomo”. Ottima la colonna sonora di Henry Mancini. Alcune sequenze, come il tentativo di stupro nel motel, influenzarono Alfred Hitchcock per il suo Psyco (1960). Uscì nelle sale il 23 aprile 1958 e costò 829 mila dollari.



























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