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NOTRE DAME

(The Hunchback of Notre Dame)




Regia: William Dieterle
Cast: Charles Laughton ... Quasimodo
Cedric Hardwicke ... Frollo
Thomas Mitchell ... Clopin
Maureen O'Hara ... Esmeralda
Edmond O'Brien ... Gringoire
Alan Marshal ... Phoebus
Walter Hampden ... Archdeacon
Harry Davenport ... King Louis XI
Katharine Alexander ... Madame de Lys
George Zucco ... Procurator
Fritz Leiber ... Old Nobleman
Etienne Girardot ... Doctor
Helene Whitney ... Fleur de Lys
Minna Gombell ... Queen of Beggars
Arthur Hohl ... Olivier
Curt Bois ... Student
George Tobias ... Beggar
Rod La Rocque ... Phillippe
Spencer Charters ... Court Clerk
Kathryn Adams ... Fleur's Companion
Diane Hunter ... Fleur's Companion
Sig Arno ... Tailor
Sceneggiatura: Sonya Levien, Bruno Frank dal romanzo di Victor Hugo
Fotografia: Joseph H. August
Montaggio: William Hamilton, Robert Wise
Scenografia: Van Nest Polglase
Costumi: Walter Plunkett
Trucco: Perc Westmore, George Bau
Musiche: Alfred Newman
Produttore: Pandro S. Berman per la RKO-Radio Pictures
Anno: 1939 Nazionalità: USA b/n 117 min.
2 Nomination: miglior colonna sonora, suono (John Aalberg)




Parigi, 1482: l’odissea della zingara Esmeralda (O’Hara), corteggiata dal capo delle guardie Phoebus (Marshall), accetta di sposare il poeta Gringoire (O’Brien) per salvarlo dalla vendetta dei mendicanti, e che è prima fatta rapire e poi condannata a morte dal geloso Frollo (Hardwicke), un ambiguo magistrato. La salverà il deforme campanaro Quasimodo (Laughton), nascondendola nella chiesa di Notre Dame, allora asilo inviolabile, disposto a dare la vita per chi crede voglia rapirla e invece cerca solo di liberarla dall’assalto delle guardie del re.

Affascinante versione del romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris”, il romantico e disperato amore del gobbo per una donna bellissima diventata il dramma di un’epoca dove “si scontrano il più brutale oscurantismo (chiara allusione alle barbarie nazista che si diffondeva per l’Europa) e la luce della cultura e della tolleranza”, e dove in più di un’occasione la sceneggiatura oppone il fanatismo e la tirannia alla libertà di pensiero (l’appello di Gringoire in favore di Esmeralda e “contro ogni distinzione di razza” è un evidente riferimento alle dottrine del Reich). La capacità del romanzo di scavare nei miti sepolti e di rivitalizzare l’anima dei monumenti parigini diventa il trionfo del grottesco gotico, che la fotografia sottoesposta di August esalta nei chiaroscuri con cui descrive la Corte dei miracoli, di chiara reminiscenza espressionista. Citazione d’obbligo per le scenografie di Polglase e per l’indimenticabile interpretazione di Laughton, irriconoscibile nei panni di Quasimodo, capace di stare alla pari con Lon Chaney che nel 1923 aveva reso famoso lo stesso personaggio (“Il gobbo d Notre Dame” di Wallace Worsley). Uscì nelle sale il 31 dicembre 1939 e costò 1.800.000 dollari.





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