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PICCOLE VOLPI

(The Little Foxes)




Regia: William Wyler
Cast: Bette Davis ... Regina Giddens
Herbert Marshall ... Horace Giddens
Teresa Wright ... Alexandra Giddens
Richard Carlson ... David Hewitt
Dan Duryea ... Leo Hubbard
Patricia Collinge ... Birdie Hubbard
Charles Dingle ... Ben Hubbard
Carl Benton Reid ... Oscar Hubbard
Jessica Grayson ... Addie
John Marriott ... Cal
Russell Hicks ... William Marshall
Lucien Littlefield ... Sam Manders
Virginia Brissac ... Mrs. Lucy Hewitt
Terry Nibert ... Julia Jordan
Henry 'Hot Shot' Thomas ... Harold
Charles R. Moore ... Simon
Sceneggiatura: Lillian Hellman, Arthur Kober, Dorothy Parker, Alan Campbell dal testo teatrale di Hellman
Fotografia: Greeg Toland
Montaggio: Daniel Mandell
Scenografia: Stephen Goosson
Costumi: Orry-Kelly
Trucco: Perc Westmore
Musiche: Meredith Willson
Produttore: Samuel Goldwyn per la Goldwyn Production-RKO Radio Pictures
Anno: 1941 Nazionalità: USA b/n 116 min.
9 Nomination: miglior film, regia, attrice (Davis), attice non protagonista (Collinge e Wright), sceneggiatura non originale, colonna sonora, scenografia in bianco e nero (arr. Howard Bristol), montaggio




Profondo Sud, intorno al Novecento: per installare una filatura di cotone nei loro possedimenti i due fratelli Ben (Dingle) e Oscar (Reid) Hubbard hanno bisogno dei soldi della sorella Regina (Davis), che ha sposato il ricco e malato banchiere Horace Giddens (Marshall): pur di ottenerli Oscar spinge il figlio Leo (Duryea) a rubare nella cassaforte del banchiere, mettendo l’avidissima Regina, che ha facilitato la morte del marito, contrario al prestito, nella condizione di ricattarli e ottenere l’agognata maggioranza dell’affare. Solo la figlia Alexandra (Wright) avrà il coraggio di lasciarla, scegliendo di vivere con il fidanzato David (Carlson).

Melodramma di straordinaria efficacia narrativa e di fondamentale importanza nella storia del genere, basato sull’adattamento della pièce teatrale di Hellman (anche sceneggiatrice) e aiutata nei dialoghi da Dorothy Parker ricavando con molta accortezza il passaggio dall’aristocrazia terriera alla borghesia industriale alleata con il Nord. Da parte sua, la regia di Wyler privilegia gli scontri verbali, lasciando alla bravura degli attori il compito di vivificare quello che il dialogo tende a spiegare un po’ troppo. Comprensibile che proprio il cast, da cui emergono oltre che l’insuperabile Davis, i due sconfitti Marshall e Paricia Collinge (nel ruolo della remissiva moglie di Oscar), sia la carta migliore del film. La maggior parte degli attori furono reclutati nel cast di Broadway, mentre la protagonista, costretta dal regista ad osservare le performance di Tallulah Bankhead, seppe reinterpretare il personaggio di Regina giocando d’eccesso: è celebre “tecnica Davis” fatta di occhiate oblique, labbra serrate, gesti spavaldi e scatti nervosi. Memorabile la scena in cui la perfida calcolatrice decide di lasciar morire il marito agonizzante. Gli splendidi costumi sono di Orry-Kelly. Uscì nelle sale il 20 agosto 1941.






























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