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IL PIRATA NERO

(The Black Pirate)




Regia: Albert Parker
Cast: Billie Dove ... Princess Isobel
Tempe Pigott ... Duenna
Donald Crisp ... MacTavish
Sam De Grasse ... Pirate Lieutenant
Anders Randolf ... Pirate Captain
Charles Stevens ... Powder man
Charles Belcher ... Chief passenger
Douglas Fairbanks ... The Black Pirate
Sceneggiatura: Jack Cunningham, Lotta Woods da un romanzo di Elton Thomas (Douglas Fairbanks)
Fotografia: Henry Sharp (Technicolor)
Montaggio: William Nolan
Scenografia: Dwight Franklin, Carl Oscar Borg, Edward M. Langley, Jack Holden
Trucco: George Westmore
Musiche: arrangiamenti musicali
Produttore: Douglas Fairbanks, Elton Corporation per la United Artists
Anno: 1926 Nazionalità: USA colore 85 min.




Alcuni pirati catturano e distruggono una nave, un passeggero si salva e nuota fino a riva, trasportando il proprio padre ormai morto. Giura di vendicarsi e si trasforma nel Pirata Nero (Fairbanks), sfida a duello il comandante dei pirati (Randolf) lo uccide e conquista la fiducia della ciurma, catturando da solo una galeone. Scopre che nella nave c’è una principessa, Isobel (Dove), e chiede un riscatto, ma il luogotenente (De Grasse) scopre l’imbroglio e lo condanna a morte facendolo camminare bendato su un asse che sporge sul mare, ma si libera e chiama in aiuto una nave, che sconfigge i pirati e il pirata Nero si rivela essere il duca di Arnoldo e sposa la principessa.

Il migliore e il più spettacolare film di Douglas Fairbanks sr., un movimentato gioco, allegro e al tempo stesso sanguinario, sia dal punto di vista cinematografico sia narrativo è perfetto, la vicenda è basata da un racconto scritto dallo stesso Fairbanks sotto lo pseudonimo di Elton Thomas. Il film ha il suo punto di forza nel creare scene di grande acrobazia tipiche doti dell’attore, come la conquista di un intero galeone da solo o quella del salvataggio della principessa, ma anche la ciurma dei pirati (tra cui un Crisp in gonnellino) rende divertente alcuni momenti di grande spettacolo, dando al film anche una sensazione di fumettistica. Altro grande pregio di questa opera è la fotografia realizzata in un primitivo Technicolor bicromatico (siamo solo nel 1926!) formato da due dominanti il verde e il bruno, ottenendo effetti quasi magici con l’intenzione di creare un universo completamente stilizzato, ma obbligo a ricreare molte scene in interni per controllare meglio la luce. Uscì nelle sale l'8 marzo 1926 e costò 1.300.000 dollari.




























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