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SAYONARA

(Sayonara)




Regia: Joshua Logan
Cast: Marlon Brando ... Maj. Lloyd 'Ace' Gruver - USAF
Patricia Owens ... Eileen Webster
Red Buttons ... Airman Joe Kelly
Miiko Taka ... Hana-ogi
Ricardo Montalban ... Nakamura
Martha Scott ... Mrs. Webster
Miyoshi Umeki ... Katsumi
James Garner ... Capt. Mike Bailey - USMC
Kent Smith ... Lt. Gen. Mark Webster
Douglass Watson ... Colonel Crawford
Reiko Kuba ... Fumiko-San
Soo Yong ... Teruko-san
Shochiku Kagekidan Girls Revue ... Dancers
Sceneggiatura: Paul Osborn, (non accred. Marlon Brando) dal libro di James A. Michener
Fotografia: Ellsworth Fredericks (Technirama, Technicolor)
Montaggio: Philip W. Anderson, Arthur P. Schmidt
Scenografia: Ted Haworth, Robert Priestley
Costumi: Norma Koch
Trucco: Gordon Bau
Musiche: Franz Waxman
Produttore: William Goetz per la Warner Bros
Anno: 1947 Nazionalità: USA b/n 147 min.
4 Oscar: miglior attore non protagonista (Buttons), attrice non protagonista (Umeki), scenografia e arredamento a colori (arr. Priestley), suono (George Groves-Warner Bros. Studio Sound Department)
6 Nomination: miglior film, regia, attore (Brando), sceneggiatura non originale, fotografia a colori, montaggio
1 Golden Globe: miglior attore non protagonista (Buttons)
1 Davide di Donatello: miglior attore (Brando)




Il maggiore Lloyd 'Ace' Gruver (Brando), pilota dell’aeronautica, viene trasferito in Corea e qui si oppone duramente contro i soui colleghi che hanno relazioni con le donne del luogo. Ma anche lui finisce per innamorarsi della ballerina Hana-ogi (Taka). Tra i due nasce una forte storia d’amore, che contrasterà con il potere delle autorità militari decise a non concedere unioni matrimoniali tra razze diverse.

Un bellissimo film che sviluppa una sceneggiatura su due strade: la prima dell’amore dei due protagonisti, la seconda quella del problema del razziale. Se la sceneggiatura è attribuita a Osborn, la parte più difficile sicuramente fu affrontata da Brando che cercò di curare personalmente il problema della piaga del razzismo. La regia di Logan, attento osservatore dei problemi sociali, ne cerca di ammorbidire i contenuti, anche perché aveva bisogno dell’appoggio della stessa aviazione, cuore di tutto il film, facendola sfigurare il meno possibile. Ottima la performance di Brando capace di mostrarsi ancora una volta all’altezza di ogni difficoltà interpretativa, geniale la sua trovata di lasciare, in lingua originale, un accento texano carico di razzismo. Bellissimo l’uso del Technicolor, l’ambientazione curata e la colonna sonora e la canzone di Berling. Uscì nelle sale il 5 dicembre 1957 e incassò, solo negli Stati Uniti, 26.300.000 dollari.






























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