In fuga dalla polizia, il ricercato Alonzo (Chaney) si finge senza braccia e si fa assumere in un circo. Qui incontra e s’innamora di Estellita Nanon (Crawford), una donna che non ama essere abbracciata. Ma quando il direttore e padre della donna scopre l’identità, Alonzo è costretto a ucciderlo e nel farlo Estellita scopre che ha due pollici in una mano. Allora Alonzo per amore si fa tagliare da un chirurgo le due braccia, ma quando torna la circo scopre che Estellita si è fidanzata con l’atleta e trapezista Malabar (Kerry).

Capolavoro inaudito e sconcertante, un delirio allo stato puro, una storia d’amore sconvolgente e struggente al limite della morale umana. Due i principali ideatori: il regista Browning, qui forse alla sua miglior regia, in cui mostra il limite tra l’umano e la bestialità, il calvario di un uomo costretto ad amputasi le braccia pur di amare una donna, e Chaney, attore fondamentale, unico caposaldo del trasformismo cinematografico per eccellenza, in uno dei suoi migliori ruoli di sempre. Un corpo che si modella a ogni suo volere, ma questa volta stordendo e ingannando gli spettatori quando si fa vedere mentre si fascia le braccia per sfuggire alla polizia e rendersi così finto monco, ma poi, dopo l’operazione chirurgica, sembra essersi realmente amputato. Uscì nelle sale il 4 giugno 1927 e costò 217 mila dollari.