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IL SEGNO DELLA CROCE

(The Sign of the Cross)




Regia: Cecil B.De Mille
Cast: Fredric March ... Marcus Superbus
Elissa Landi ... Mercia
Claudette Colbert ... Poppea
Charles Laughton ... Nero
Ian Keith ... Tigellinus
Arthur Hohl ... Titus
Harry Beresford ... Favius Fontelas
Tommy Conlon ... Stephan
Ferdinand Gottschalk ... Glabrio
Vivian Tobin ... Dacia
William V. Mong ... Licinius
Joyzelle Joyner ... Ancaria
Richard Alexander ... Viturius
Nat Pendleton ... Strabo
Clarence Burton ... Servillius
Harold Healy ... Tybul
Robert Seiter ... Philodemus
Charles Middleton ... Tyros
Sceneggiatura: Waldemer Young, Sydney Buchman da uno sceneggiato di Wilson Barrett
Fotografia: Karl Struss
Montaggio: Anne Bauchens
Scenografia: Mitchell Leisen
Costumi: Mitchell Leisen
Musiche: Rudolph G. Kopp
Produttore: Cecil B. De Mille per la Paramount
Anno: 1932 Nazionalità: USA b/n 118 min.
1 Nomination: miglior fotografia




Nell’antica Roma di Nerone (Laughton), il prefetto Marco Superbo (March), infatuato della cristiana Marcia (Landi), resiste alle avance di Poppea (Colbert). Quando Marcia finirà nella fossa dei leoni, Marco la seguirà.

De Mille ricerca col sonoro la monumentalità dei suoi kolossal muti e mescola furbescamente sensualità e misticismo, fascino della decadenza ed eroismo dei suoi martiri: all’epoca fu un trionfo. Laughton è memorabile nella parte di Nerone, ma alla storia è passato il bagno della Colbert nel latte; molte delle sequenze osé (che all’epoca furono lasciate dal Codice Hays) tra cui la seduzione di Poppea o l’orgia di Marco il Superbo sono scomparse dalla versione corrente, in originale il film durava 124 minuti. Quando a De Mille fu incaricato di girare il film, gli era stato assegnato un budget di soli 650.000 dollari, cosicché fu costretto a ridimensionare i suoi metodi di lavorazione: il palazzo di Nerone fu in parte sostituito da un modellino, con speciali scalinate e rampe di dimensioni tali da per mettere agli attori di camminare. Non ci furono le solite migliaia di comparse, al loro posto il direttore della fotografia usò un obiettivo prismatico, che aveva l’effetto di raddoppiare le il numero dei presenti nelle scene di massa. E in fine l’unico scenario ricostruito a grandezza naturale fu il circo di Roma, una vasta arena con una capienza di 7.500 posti. Nel 1944 De Mille ne curò una nuova versione, aggiungendo la sequenza dei due cappellani militari, uno protestante e uno cattolico, che, durante la seconda guerra mondiale, raccontano all’equipaggio d’un aereo in volo su Roma l’inizio del cristianesimo. Il film ebbe una grande successo commerciale. Uscì nelle sale il 30 novembre 1932.































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