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SENTIERI SELVAGGI

(The Searchers)




Regia: John Ford
Cast: John Wayne ... Ethan Edwards
Jeffrey Hunter ... Martin Pawley
Vera Miles ... Laurie Jorgensen
Ward Bond ... Rev. Capt. Samuel Johnston Clayton
Natalie Wood ... Debbie Edwards (older)
John Qualen ... Lars Jorgensen
Olive Carey ... Mrs. Jorgensen
Henry Brandon ... Chief Cicatrice (Scar)
Ken Curtis ... Charlie McCorry
Harry Carey Jr. ... Brad Jorgensen
Antonio Moreno ... Emilio Gabriel Fernandez y Figueroa
Hank Worden ... Mose Harper
Beulah Archuletta ... Wild Goose Flying in the Night Sky
Walter Coy ... Aaron Edwards
Dorothy Jordan ... Martha Edwards
Pippa Scott ... Lucy Edwards
Patrick Wayne ... Lt. Greenhill
Lana Wood ... Debbie Edwards (younger)
Sceneggiatura: Frank S. Nugent da un racconto di Allen LeMay
Fotografia: Winton C. Hoch, Alfred Gilks (Technicolor, VistaVision)
Montaggio: Jack Murray
Scenografia: Frank Hotaling, James Basevi
Costumi:Charles Arrico
Trucco: Web Overlander, Fae M. Smith
Musiche: Max Steiner dirette: Murray Cutter
Produttore: Merian C. Cooper, C. V. Whitney per la Warner Bros
Anno: 1956 Nazionalità: USA colore 119 min.




Texas, 1868: dopo la fine della guerra civile, Ethan Edwards (Wayne), veterano dell’esercito sudista, da la caccia agli indiani, capeggiati dal sanguinario Scar (Brandon), che gli hanno massacrato suo fratello Aaron e sua cognata e rapito due bambine. Dopo anni ne ritrova una, Debbie (Wood): ma quando scopre che ormai è diventata un’indiana, medita di ucciderla.

Uno dei più grandi western di Ford e anche di Wayne, in una delle sue migliori interpretazioni di sempre, lo disse anche alcuni anni dopo in un’intervista: ”Sentieri selvaggi è il miglior film che abbia mai fatto”, interpreta un personaggio tormentato e ossessivo condannato come lo spirito dell’indiano che aveva ucciso all’inizio del film, “a vagare per sempre tra i venti”, dai tratti spesso sgradevoli (cava gli occhi agli indiani morti per farsi beffa di una loro credenza religiosa). Intelligente e innovativo l’uso degli spazi della Monument Valley, tale da rendere la dimensione spazio tempo attraverso lo scorrere delle stagioni. Rimane nella storia del cinema la sequenza iniziale, con la stanza buia che si apre sul paesaggio e alla fine dove viene ripresa la stessa inquadratura, con la sagoma di Wayne che si rimpicciolisce, condannato ad un destino di solitudine e di ricerca, che mai avrà fine. Grandiosa la musica di Steiner e spettacolare la fotografia di Hoch e Gilks. Uscì nelle sale il 13 marzo 1956, costò 3.750.000 dollari e ne incassò solo negli Stati Uniti 4.900.000 dollari.





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